Chi sono Io?

Chi sono Io?
la via della meditazione e dell'Intensivo di Illuminazione

07 ottobre 2011

L'individuo

Gesù dice nel Vangelo di Tommaso: “Lo spirito che si fa carne è una meraviglia”; psicologi e mistici di ogni epoca concordano: la formazione della coscienza individuale è un grande mistero.  Come sia possibile che da una coscienza universale si condensi in ogni essere umano una sensazione precisa di individualità rimane al di là di ogni spiegazione, pur tuttavia è un fatto certo e sperimentato da tutti.
Il termine individuo viene dal latino individuum (indivisibile, particella unica) ed indica l’unità più piccola oltre la quale non è possibile andare. Dal macrocosmo al microcosmo avviene in ogni essere umano un mistero che non è spiegabile perché al di là della nostra capacità di comprendere.
L’individualità appare ad un certo punto della nostra vita, intorno ai tre anni, quando il bambino inizia a percepire se stesso. Da quel momento ci identifichiamo con essa, ossia crediamo di essere questa cosa, un po’ come nella storiella di Antony De Mello dove un aquila si crede un pollo per il semplice fatto di essere nata insieme alla covata di una gallina. Questa sensazione interna è così precisa, solida, ‘vera’, che non viene mai questionata, mai messa in discussione. 

Siamo sicuri di essere ciò che appare ai nostri sensi interiori? Siamo davvero questo individuo che si percepisce unico e separato da tutto il resto?
E se avessimo preso un abbaglio? Se per tutta la vita abbiamo creduto di essere qualcosa che non siamo?
Prima che apparisse questa sensazione di ‘Io’ cosa eravamo? Noi c’eravamo, ci siamo sempre stati come coscienza universale. Poi è apparso questo ‘Io’ e abbiamo iniziato a guardarlo… e più lo guardavamo, più si solidificava. Abbiamo iniziato a cercare la conferma della sua esistenza all’esterno, negli altri, nelle loro parole, gesti, segni di ogni tipo, e via via ci siamo convinti che siamo questo individuo. Una volta sicuri, abbiamo cominciato ad occuparcene, prendendo per vero tutto ciò che esso comunicava. Iniziava la rincorsa ai desideri e ai piaceri, e la fuga dal dolore. Una vita intera viene spesa per curare qualcosa che non solo cesserà, ma che in verità, non è mai esistito. L’individuo è un’illusione del sistema nervoso, un abbaglio, un fumo negli occhi che impedisce di vedere la verità: la nostra eterna e assoluta Essenza.
Come possiamo liberarci da questa illusione? Non credendoci. Anche se ora appare solida, cominciate a metterla in dubbio, a non fidarvi di questa sensazione di unicità. Iniziate ad osservare cosa fa questo Io… quali sensazioni, pensieri, emozioni vi fornisce… come esso vive gli eventi che accadono, quali interpretazioni, giudizi, considerazioni fa in merito… Osservatelo distaccati, come si osserva l’acqua che scorre seduti sulla riva del fiume. Piano piano è come fare dei passi indietro, e all’improvviso vi troverete fuori, veramente fuori, o, meglio, prima dell’Io. Quella è la nostra vera casa. Aspirate a dimorare là e rinunciate a ogni altra casa illusoria.

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